Già da subito si capiva quale sarebbe stata la strada percorsa. Il nostro relatore ci ha mostrato due filmati: nel primo, dal toglio scherzoso, si è notata la figura di un mental coach, chiamato ad allenare la mente dei componenti di una squadra di calcio, che però non era stato in grado di incuriosire i suoi allievi, i quali, da parte loro, mostravano scarso interesse dormendo durante i suoi interventi e accrescendo in modo caricaturale ogni suo difetto; nel secondo, invece, la platea ha dovuto per forza di cose smettere di sorridere perchè a calcare la scena era un grande esperto di comunicazione come Julio Velasco, conosciuto soprattutto come allenatore di pallavolo e dirigente sportivo, intento a tenere una lezione a giovani manager riguardo le caratteristiche del perfetto leader.
Ebbene, ogni singolo secondo è stato vissuto con grande curiosità e attenzione, cercando di carpire i suoi consigli per farli propri: il leader deve essere SE STESSO, AUTOREVOLE, GIUSTO, MOTIVATORE e CREATORE DI SENSO DI APPARTENENZA. Ogni sfaccettatura da sola non è sufficiente, ma ha bisogno delle altre, quindi per poter solo provare ad avere queste qualità bisogna applicarsi, studiare, conoscere, osservare, “essere affamati e anche un pò folli” come recita la frase incisa nella nostra sala riunioni, citata dal grande Steve Jobs. Partendo proprio da qui Davide è riuscito a farci capire come questi insegnamenti possono essere applicati all’arbitraggio in tutti i suoi ruoli, dove la motivazione, la conoscenza regolamentare, la preparazione atletica, la voglia di apprendere e di mettersi in gioco sono elementi fondamentali, senza i quali non si può nemmeno provare ad essere un buon arbitro, in quanto costituiscono la base di quegli attributi richiesti dal calcio e, più in grande, dalla vita di oggi.
Fabio Catani
P.S. Guarda il video: http://www.youtube.com/watch?v=6GRxsEqGRuE
