Lezione di vita e di arbitraggio

Dopo una logorante attesa, Lunedì 9 Maggio la Sezione di Fermo ha finalmente potuto godere dell’ospite nazionale che, ormai da qualche anno, l’AIA ha deciso di estrarre a sorte tra gli organici CAN A e B e tutti gli Organi Tecnici Nazionali. Certamente non si può negare che la Dea bendata sia stata benevola in quanto relatore, davanti a una platea che ha gremito la preziosissima e splendida Sala dei Ritratti, così chiamata per la presenza di nove cardinali e ventuno uomini illustri della storia fermana, è stato l’odierno numero uno al mondo: sì esatto, proprio Nicola Rizzoli, che sicuramente non ha bisogno di presentazioni, ma molto brevemente è opportuno ricordare che è arbitro della sezione di Bologna, alla CAN A dal 2001, inserito nella lista degli arbitri internazionali dal 2007 e vanta numerose gare di prestigio dirette in ambito mondiale, ultima delle quali la finale dei Mondiali di Calcio del 2014 tra Germania e Argentina.
Data l’estrema importanza e allo stesso tempo la rarità dell’evento, l’invito a partecipare alla riunione è stato esteso a tutti i componenti del CRA Marche capitanati dal Presidente Gustavo Malascorta, ai presidenti delle Sezioni marchigiane con i corrispettivi Consigli Direttivi e a colleghi marchigiani appartenenti ad Organi Tecnici Nazionali, sia in veste di componenti che di arbitri: tra questi ultimi va segnalata la presenza di Katia Senesi, componente della CAI e degli arbitri Juan Luca Sacchi di Macerata e Andrea Mei di Pesaro, a disposizione della CAN B il primo e della CAN Pro il secondo; inoltre non è da trascurare la presenza di uno degli assistenti che sarà di scena con Rizzoli ai prossimi Europei di Calcio in Francia, vale a dire Elenito di Liberatore dalla vicina Teramo e dell’immenso Nicola Nicoletti di Macerata, assistente alla CAN A fino alla scorsa stagione sportiva.
Esperiti i consueti saluti di rito ad opera del sindaco e dell’assessore allo sport del comune di Fermo, entrambi entusiasti di avere nella propria città un fenomeno del mondo del Calcio, il presidente Andrea Bracalente ha introdotto Nicola che, con l’ausilio di slide proiettate ha dato vita ad una piacevole riunione interattiva che ha permesso ai presenti di sviluppare numerosi spunti di riflessione.
La base della sua lezione è stata la dicotomia su cui si sviluppa il modo di approcciare di una gara: c’è chi cerca di conoscere più dettagli possibili per ridurre al minimo il rischio di imprevisti e chi, invece, deliberatamente evita di raccogliere informazioni per fare in modo di non essere condizionato. Nicola ha espressamente dichiarato che sposa la prima modalità, specificando che comunque una non è più esatta dell’altra, perché ognuno, in base alla propria personalità e alle proprie abitudini, può preferire il primo o il secondo approccio. Ha poi proseguito spiegando perché il suo modus operandi prevede di conoscere più incognite possibili all’interno della gara che come una lunga equazione complicata deve essere scomposta e risolta: molto eloquente a tal proposito è stata la citazione del libro “L’arte della guerra” dal quale ha preso in prestito il concetto che per avere sempre esito vittorioso in ogni battaglia bisogna conoscere sia se stessi che il proprio nemico, questo è l’unico modo per non trovarsi mai sopraffatto da pressioni o eventi improvvisi e contrari. Ovviamente, un altro fattore che con il tempo assume un peso specifico sempre maggiore nel raggiungimento dell’obiettivo finale è la fatidica esperienza, della quale Nicola ha dato un taglio ottimistico dato che la vede come un apprendimento dai propri fallimenti; questi non ci devono abbattere, ma andare a rafforzare la nostra personalità e riempire quel database di cui è munito ogni arbitro che è voglioso di togliersi soddisfazioni senza mai sentirsi appagato. Per far passare questo messaggio, molto commovente e allo stesso tempo calzante è stato il video mostrato della semifinale dei 400 metri alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, durante la quale Derek Redmond, l’altleta favorito, accusa uno strappo muscolare, ma nonostante un dolore lancinante porta a termine la corsa ottenendo la standing ovation di uno stadio intero.
La riunione è poi conclusa con il consueto spazio delle domande alle quali Nicola ha risposto con molta disponibilità e simpatia condividendo numerosi aneddoti che lo hanno reso “umano” agli occhi di tutti attraverso il racconto di eventi piacevoli alternati a momenti critici, come capita a ognuno di noi sia nell’avventura arbitrale che nella vita quotidiana.
Infine, poiché anche lo stomaco vuole la sua parte, la proficua giornata ha avuto il suo epilogo in una cena presso il vicino e centrale hotel “Astoria” di Fermo, momento eccellente per rafforzare lo spirito associativo con colleghi da altre Sezioni e per stringere amicizie sempre più solide e durature.

Fabio Catani

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