Il rischio è l’arma che sconfigge la paura

Riunione di elevatissimo spessore quella che si è svolta il 3 Dicembre presso i locali della sezione, dove abbiamo avuto come gradito ospite nazionale Lorenzo Manganelli della sezione di Valdarno: assistente arbitrale a disposizione dell’organico CAN A, nonchè internazionale dal 2012.
Nel corso della piacevolissima serata, ascoltando con attenzione ogni sua singola parola, abbiamo subito capito di avere davanti una persona molto alla mano e soprattutto consapevole del fatto che la sua fortuna di calcare importanti palcoscenici è stata il frutto di anni di enormi sacrifici, durante i quali non sono mancati periodi di sconforto che hanno portato all’idea di lasciare l’arbitraggio.
Ma sicuramente, tra i tanti, sono due i momenti che ci hanno trasmesso maggiore carica: il primo riguarda il suo racconto di un avvenimento che circa un anno e mezzo fa gli ha cambiato la vita, in quanto è stato vittima di un incidente sull’autostrada A1 dal quale miracolasamente è riuscito a sopravvivere. Non ha nascosto, poi, quanto è stata dura riprendere piano piano a camminare e in seguito a correre per ritornare ai livelli atletici di prima.
La seconda dose di grande esortazione a dare il massimo, sempre e comunque, è scaturita da un video che ci mostrato, intitolato “Emozioni italiane”, che ha ripercorso successi e trionfi epocali di atleti nostrani in tutti i tipi di sport: qui Lorenzo si è soffermato molto sul fatto che per arrivare ognuno alla propria medaglia d’oro, che nell’arbitraggio significa raggiungere la propria massima categoria con la consapevolezza di avere dato tutto, bisogna essere sempre al top della condizione mentale e fisica, senza pensare mai neanche un secondo di non potercela fare.
Tra i consigli datici per affrontare nei migliori dei modi le delusioni, davvero pregnante è stato quello di pensare sempre a quando si arbitravano le prime partite e si aveva quell’entusiasmo trascinante di un bambino; ci ha anche confessato che questo fattore lo aiuta molto perchè quando ancora dodicenne andava a vedere il padre che arbitrava si divertiva a simulare di avere un fischietto e usarlo quando reputava che ce ne fosse bisogno: ogni volta che il suo fischio combaciava con quello del padre la sua felicità saliva alle stelle.
In fin dei conti questa nostra attività sportiva ci condurrà sempre davanti ad ostacoli più o meno grandi, ma solo mettendoci in gioco con passione li supereremo. Ed è qui che ha concluso con una grande frase motivazionale: “la passione è come il tergicristallo: non farà smettere di piovere, ma aiuta ad andare avanti!!!”

Comments are closed.